Il 17 gennaio 1998, nel corso della mostra "Critici esposti" presso la galleria Luigi Franco di Torino, in occasione della presentazione della Fondazione Eredi Brancusi, sono riuscito, mescolandomi nella folla e sfuggendo anche all'attenzione di alcuni vecchi amici, a realizzare una serie di ritratti, che ho poi fatto pervenire, con inconsapevoli complicità, ai legittimi destinatari, gli Eredi Brancusi, che mostrano ora queste immagini nella sede di Cherasco, come uno dei loro tanti trofei.
[Luca Beatrice, Franco Ferrero, Piero Gilardi, Francesca Pasini, Luisa Perlo, Marco Senaldi, Marisa Vescovo, Giorgio Zanchetti]
APPENDICE
Gentile Giorgina Bertolino,
pochi giorni orsono, a seguito di una telefonata anonima che mi
aveva allarmato non poco, ho rinvenuto in un cestino dell'immondizia di via
Aselli a Milano, proprio sotto la sede di Museo Teo, il pacco che le accludo.
Grande è stata la mia sorpresa, una volta
superato lo spavento, nel trovarmi di fronte a questi incredibili lavori, che -
credo che sarà sicuramente d'accordo con me - sono in modo inequivocabile opera
di Ebenezer Benjamin Hasselbaker, che da troppi anni non dava notizie di sé, al
punto da far credere a una sua definitiva scomparsa e non a un troppo lungo
esilio.
L'evidente attualità dei lavori non può che
riempirci di gioia per aver - seppure in
modo molto effimero - ritrovato non solo un amico, ma un grande maestro.
Detto questo non perdo ulteriore tempo e la
prego di far pervenire i lavori a coloro che ritengo essere i reali e legittimi
destinatari di questa missiva, gli Eredi Brancusi.
Con osservanza
Giovanni Bai
Milano, 4 aprile 1998
Cari
amici della Fondazione Eredi Brancusi, la telefonata che ho ricevuto da Franco
a proposito di Ebenezer Benjamin Hasselbaker e del vostro desiderio di
iniziarne le ricerche mi riempie di
gioia e nel contempo mi crea grande apprensione.
Il
pacco dei recentissimi lavori che tramite mio EBH vi ha fatto pervenire - e con
cui ha voluto segnalare il suo ritorno - non è sicuramente servito a dissipare
i dubbi relativi ai suoi spostamenti in questi anni e soprattutto rispetto alle
sue future intenzioni.
Resta
anche il mistero della sua presenza a Torino lo scorso 17 gennaio, giorno della
presentazione della Fondazione, in cui ha sicuramente realizzato quei lavori.
Ho trascorso quasi tutta la giornata in galleria e non riesco a capacitarmi di
non averlo riconosciuto nella pur grande quantità di persone che si affollava
quel giorno . Ugualmente mi lascia indispettito il fatto che mi abbia
volutamente ignorato, tenendo caparbiamente fede al proposito maturato da
chissà quanti anni.
Facendo
seguito alla vostra richiesta ho cercato tutto il materiale possibile a lui
relativo, ma potete immaginare come ben poco abbia potuto fare.
Non
esistono, per quanto mi risulti, fotografie di EBH. Dovrebbe essere reperibile a Milano (l'ho
rivisto non più di un anno fa nella casa di un'amica) un ritratto che gli feci
tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, il periodo
della nostra più intensa frequentazione. Credo che in realtà non lo abbia mai
apprezzato, poiché negli anni seguenti mi recapitò una parodia di quel
ritratto, che conservo gelosamente, e che fu esposta anche nella prima mostra
di Museo Teo, nel settembre 1990. Non credo lo abbia mai saputo. O meglio, lo
credevo fino a pochi giorni fa (magari c'era anche lui quel giorno tra il
pubblico che affollava la mia vecchia casa…).
Per
quanto riguarda i lavori eseguiti nella
personalissima tecnica che gli conosciamo, ricordo un piccolo
"budda", che vidi nella casa di Michiyo Murakami a Tokyo nel 1985.
Dovrebbe essere possibile reperire
questo lavoro, o comunque una sua riproduzione, anche in tempi
brevi. Una veduta di San Francisco si
trova nella casa di Sunnyvale di Misha Bello, un fisico di San Pietroburgo,
emigrato prima in Italia e poi in California.
È lì, soltanto tre anni fa, che vidi, dopo dieci anni dal fugace
incontro giapponese, per l'ultima volta e per pochissimi minuti EBH: non mi
disse quasi nulla di sé, ma fece in tempo a consegnarmi un ritratto fattomi -
confessò - pochi giorni prima mentre mi spiava, deciso - anche se quella volta
non vi riuscì - a non incontrarmi mai
più. Inutile dire che questo lavoro è disponibile, anche si vi attribuisco tale
importanza da non tenerlo esposto con gli altri ritratti della mia collezione.
Possediamo
inoltre due scritti di EBH, pubblicati a firma Ebenezer rispettivamente nel
numero otto del novembre 1995 e nel numero undici del maggio 1997 di Museo Teo
artfanzine. Non possiedo purtroppo gli originali di questi testi, le cui
trascrizioni mi furono recapitate rispettivamente da un'amico francese e da
un'amica londinese, che ho motivo di ritenere vogliano continuare a mantenere
il loro silenzio sulla questione.
Per
il momento è tutto.
A
presto
Giovanni
Bai
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